Il Nido

15.04.2023

performance

duration:

3'59"

location:

Museo Sigismondo Castromediano, Lecce


note:

The performer was found motionless in a classic position with her feet immersed in a red and earth stucco, holding a nest that contained a silicone mouth. She started the action by coming out of the stucco slime, started walking and impaled the nest on the pole. She addressed the audience, opened her mouth showing a small white stone.She spat it at the audience, walked back to the nest and picked up the silicone mouth.

She stirred the silicone mouth in the slime, once totally dirty, she turned to the audience and put on the silicone lips. He ends the action by sliding the silicone lips over the residue of the performance and moving away from the scene

The pole as a phallic symbol, a nest found in the woods she frequented daily, a stone collected in the sea where she grew up, a silicone mouth that indicates the social and individual perception of sexuality, a mud and stucco slime to tell the family origin of sexual and emotional abuse.

A metaphorical and symbolic performance designed to tell a story of family violence and the psychological and emotional consequences of the artist.


"Tentare di spiegare un quadro è un po' tentare di spiegare tutta la tua vita! Come; questo ti diventa importante, è impossibile! E' una registrazione, è appunto una registrazione del cuore, nel cuore, del mondo, nel cuore del mondo, del mio mondo!"
Con la stessa volontà di restituire il paesaggio attraverso una gestualità romanticamente automatica e astratta di Emilio Vedova; l'artista e l'impeto dei suoi colori racconta l'inquietudine del trauma. Con il continuo tentativo di riconciliazione personale, l'artista riflette sulla femminilità e sulle immediate conseguenze nella famiglia e nella società. In ogni opera convivono: un microcosmo ancestrale composto da elementi naturali, sabbie, polveri, legno e il colore che con la loro matericità sono traghettati dall'autrice nei drammi di cui prova il bisogno facendoli diventare co-protagonisti del processo personale e creativo.
Dopo il confidenziale incontro con i pigmenti a cui affida il proprio furore; dai coaguli, dalle stratificazioni ne osserva la pulsione dal quale scaturiscono i momenti performativi. L'urgenza di osservare i segni nati dalle confidenze con la materia pittorica costruiscono la tensione del gesto performativo conseguente. Ad affiorare è un territorio intimo ambiguo, magico apparentemente conflittuale in cui si rifugia o dal quale tenta di separarsi.
La project room del museo Castromediano accoglie "Il nido", l'esplorazione di un luogo astorico e dall'apparente innocenza. Il materasso che è il comodo appoggio al corpo in posizione di riposo è teatro del lento corto circuito degli affetti distorti, dei rapporti intimi scomodi, dei bui legami familiari. La tensione di un coinvolge il visitatore in uno spazio in bilico tra possibilità e fallimento. Il grumo violaceo è la pozione di una nascita o il reperto di un atto fugace? L'autrice precipita in un percorso a ritroso nella sua infanzia, piena di ombre e evidenzia le spoglie scomode e violente dei rapporti familiari. Un enigma in cui l'artista ci invita a riflettere sulle dinamiche di relazione con le loro complessità e contraddizioni.

a cura di Arianna Ancona



credits:

Conceived, developed and performed by Eloisa Calabrese

Photo and video by Raffaella Quaranta

Curator Arianna Ancona 


© Eloisa Calabrese 2023
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